Calcio (una religione alla ricerca del suo Dio)    (5685 Click)
Titolo: Calcio (una religione alla ricerca del suo Dio)
Categoria: Saggi   
Autore: Manuel Vàzquez Montalbàn
Titolo originario: ,,,,,,,
Traduzione:
Citazione bibliografica: Vàzquez Montalbàn,Manuel (1998),Calcio,Frassinelli
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Calcio (una religione alla ricerca del suo Dio)

Il saggio dello scrittore spagnolo Vàzquez Montalbàn è un'analisi lucida e spietata dei meccanismi interni e più nascosti del calcio, considerata (a ragione) la religione con più adepti in tutto il mondo; dinamiche che vengono spiegate tramite un linguaggio semplice e diretto, che mira alla comprensione immediata e quasi ad una "presa di coscienza".
Il giornalista, scrittore e poeta catalano pubblica il suo "Calcio" nel 1998, alla vigilia della rassegna iridata di Francia che vedrà trionfare gli stessi galletti padroni di casa:dalla prima uscita, sono passati quindi dodici anni (e nel mondo del pallone sono molto più lunghi che nella vita reale), eppure è incredibile come il calcio, in quasi un quindicennio, non sia riuscito ad evolversi praticamente in niente, rimanendo un trend commerciale e di immagine, un logo in mano ai big che ne gestiscono i guadagni.
Ma l'interesse economico che gravita attorno a dirigenti e calciatori non è l'unico aspetto che interessa e che anima l'inchiesta di Vàzquez Montalbàn, poichè egli si concentra anche sulle problematiche del mondo ultras, sulla letteratura e filosofia sportiva (rifacendosi prevalentemente ad autori sudamericani), su chi dovrà essere il nuovo Dio dell'Olimpo calcistico (all'epoca Maradona aveva appena annunciato il suo ultimo e definitivo addio al rettangolo di gioco), sui Mondiali del '98 che sarebbero iniziati da lì a poco, infine sugli intrecci fra pallone e politica ("Probabilmente Berlusconi non sarebbe mai arrivato alla presidenza del governo senza l'aiuto del Milan di Van Basten,Gullit e Rijkaard...specialmente i giovani, votando Berlusconi, optavano per il tramite, il medium delle vittorie del Milan"), sempre più determinanti in questo sport.
I primi capitoli si concentrano sui temi del mercato dei calciatori, profondamente rinnovato dopo la sentenza Bosman del 1995, sull'identità personale di questi dèi laici, sacerdoti del nostro culto preferito, e sui rapporti fra potere e calcio. Questa è la parte del libro più teorica, dove vengono espressi i concetti cardine del saggio; l'interesse si sposta successivamente verso il mondo dei tifosi, con l'elaborazione di diverse teorie molto interessanti: su tutte,quella che vede i supporters esattamente come un branco di lupi, carichi di rabbia e furore verso i gruppi avversari, pieni di tenerezza per il branco di appartenenza. Sull'umoralità e sugli atteggiamenti degli ultras Vàzquez passa in esame il pensiero di diversi sociologi contemporanei, fra cui alcuni si dicono spaventati, poichè inquadrano il tifo come un urlo contrapposto ai problemi comunicativi della nostra età, mentre altri invece si ritrovano affascinati e incuriositi da questa nuova "teologia della sicurezza" che si respira in curva al fischio d'inizio di ogni partita. Non mancano citazioni bibliografiche sul tema (sono citati, fra gli altri, il Bill Budford di "Among the thugs", Peter Marsh, autore di "The illusion of violence", e addirittura Hemingway) per chiudere la sezione in bellezza.

Nella sua parte centrale, l'opera si concentra su Maradona e la sua storia, assunta a paradigma del calcio moderno: un culto che scalza i suoi dèi non appena essi hanno smesso di servire allo scopo, di essere funzionali nel grande paradiso mediatico. La sua storia, "un maledetto imbroglio", è narrata quasi con stupore: ci si domanda come si possa finire dagli altari alle polveri in cosi poco tempo, come sia possibile che Diego usi la mano di Dio non più per colpire i suoi avversari, ma per imbracciare il fucile e sparare contro i giornalisti che gli danno la caccia. Secondo l'autore, i meccanismi malati del calcio si riflettono tutti nella vicenda del pibe de oro.
"E' un mito creato dalla FIFA per farci continuare a credere nella religione calcistica e non c'è religione senza un dio, un dio assente dalla FIFA da quando Maradona cominciò ad autodistruggersi". Ogni decennio calcistico, secondo l'autore, ha avuto il suo dio personale: prima Di Stefano, che giocava a velocità doppia rispetto agli altri, in un Real Madrid consegnato per sempre alla storia; è stata poi la volta di Pelè, profeta del calcio moderno e primo "fenomeno" mediatico di questo sport; poi Cruijff, la mente del calcio totale, il giocatore d'avanguardia; infine Maradona, dio controverso e dibattuto. Quale potrebbe essere adesso il nuovo idolo, il nuovo simbolo, il nuovo marchio? Vàzquez non sbaglia nell'indicare Ronaldo come ultimo continuatore di questa scia di eroi: le riflessioni su quello che era all'epoca il più grande calciatore del pianeta si rivelano estremamente meditate (e, purtroppo, tristemente profetiche): l'asso brasiliano appartiene al mondo del calcio, ne è divenuto il respiro vitale, e non può che divenire schiavo della sua immagine e delle pubblicità (sulle quali oggi gravano molte colpe per la controversa carriera di uno dei più grandi fuoriclasse di tutti i tempi).
Il Mondiale francese, che si giocò di lì a un mese, ci mostrò infatti uno dei lati più oscuri del "Fenomeno", soprattutto in quella famosa finale contro i bleus, nella quale non sarebbe dovuto neanche scendere in campo.
Molto interessante anche il Vàzquez-pensiero per quanto riguarda USA 1994: per il catalano, gli americani non sono nè abituati nè pronti alla poesia che il calcio riesce ad esprimere, non ne riescono a cogliere la bellezza. E' per questo che il mondiale statunitense si è rivelato una competizione di calcioni dal primo all'ultimo minuto, escludendo quelle quattro, cinque stelle assolute che in questo panorama riuscirono a distinguersi nettamente: è il caso di Hagi, Stoickov, Baggio. In realtà, gli interessi che guidavano la competizione erano ben altri: l'apertura del canale nordamericano per quanto rigurda i rapporti con altri Stati per il traffico di cocaina, "'unico prodotto sul mercato mondiale che non ha un prezzo fisso".
L'ultimo capitolo è invece la trascrizione di una chiacchierata sotto forma di intervista avuta con Valdano, filosofo calcistico di intelligenza e cultura cristallina, su vari temi del calcio spagnolo, come l'idea di un calcio "di destra", fisico e disincantato, e uno "di sinistra", alla ricerca della bellezza e dell'armonia, oppure le motivazioni extracalcistiche che alcune squadre (specialmente quelle che rappresentano zone in cerca di indipendenza, come l'Athletic di Bilbao o il Barcellona) hanno alle loro spalle quando scendono in campo, o ancora l'integrazione sudamericana nella Liga.
Insomma, in questa breve opera Vàzquez (scomparso nel 2003) ha il merito di distogliere lo sguardo disincantato e innamorato col quale noi tifosi seguiamo il calcio, alla ricerca di una verità più profonda. Ricordando, sempre, che quasi mai è d'oro ciò che luccica. Figuriamoci nel calcio.

"La maggior parte dei dirigenti dei club calcistici non è preparata nè a livello economico nè a quello strategico per assimilare il cambio qualitativo che rappresenta ingaggiare Dio come centravanti"

(the dog)

Keywords: Calcio (una religione alla ricerca del suo Dio) Manuel Vàzquez Montalbàn

Recensione di: : the dog

Fonti internet
Manuel Vazquez Montalban - Contributo MovieSport(2156 Click)
Calcio , Poesia , Letteratura - video , recensioni , link - MovieSport(2150 Click)

Recensione pubblicata da TheDog il 11/12/2010
Ultimo aggiornamento effettuato da TheDog il 05/06/2012
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